FabioSterleSono un Ingegnere delle Telecomunicazioni di 43 anni laureatosi presso l’Università di Napoli Federico II nel 2002. Attualmente lavoro per la Leonardo SpA, ex Finmeccanica, nell’ambito della progettazione di sistemi radar per la sorveglianza aerea e di superfice e di sistemi radar di tracking.

La scelta di intraprendere gli studi di ingegneria è stata dettata più dal mito dell’ingegnere che da una valutazione consapevole delle conseguenze e delle opportunità conseguenti a questa stessa scelta. Il primo impatto con la facoltà di Ingegneria è stato quello che vivono probabilmente molti studenti dopo il primo approccio agli esami di Analisi Matematica I e Geometria e Algebra Lineare: in poco tempo si acquisisce la consapevolezza di aver intrapreso un percorso non facile che richiederà non pochi sacrifici per raggiungere il traguardo della laurea. Nonostante questo ostacolo non facile da superare per un ventenne, ricordo gli anni di università come uno dei periodi più belli della mia gioventù: un giusto mix di divertimento e sacrificio, fallimenti e riscatti, che mi ha portato alla laurea nel 2002.

Al termine del percorso di studi, benché non fosse mai stata mai stata una mia ambizione, ho scelto di partecipare ad un corso di Dottorato di Ricerca in Ingegneria Elettronica e Telecomunicazioni. Il Dottorato di Ricerca è stato un percorso non sempre facile, sicuramente difficile da spiegare a chi non lo abbia intrapreso, ma che ha contribuito in modo fondamentale alla mia formazione professionale. Probabilmente devo al periodo degli studi di dottorato, più che a quello universitario, la mia passione per tutto quello che riguarda l’ingegneria e la matematica.

L’incontro con l’Industria, e in particolare con l’allora Selex Sistemi Integrati, è avvenuto dopo più di sei anni dalla laurea, durante un periodo in cui la mia volontà di concretizzare gli studi del dottorato si indeboliva, rafforzando la volontà di mettersi in gioco. In sede di colloquio la mia richiesta è stata quella di potermi confrontare con la tecnologia, con i sistemi Radar più che con la teoria: così è stato e sono ripartito praticamente da zero come un qualunque neo-assunto. Da allora sono passati dieci anni durante i quali ho apprezzato l’eredità che gli studi di ingegneria mi hanno lasciato: l’approccio rigoroso ai problemi basato sul metodo scientifico e la passione per l ricerca di una soluzione realizzabile anche se sub ottima.

Dopo una parentesi di tre anni come responsabile dell’Ingegneria Industriale presso lo stabilimento di Bacoli, sito di produzione di sistemi Radar dal 1951, da qualche anno sono tornato nell’Ingegneria e sono responsabile di un reparto di progettazione di sistemi Radar. Sebbene si senta sempre più spesso parlare di soft skill necessari per ricoprire un ruolo manageriale, la gestione di un’area di progettazione in una società di ingegneria non può prescindere dal background tecnico se si ambisce a diventare una guida a valore aggiunto per gli altri ingegneri e tecnici: il coaching e la leadership in aree tecnico-ingegneristiche richiedono soft-skill in aggiunta alla competenza tecnica. 
 

Ricordo gli anni di università come uno dei periodi più belli della mia gioventù: un giusto mix di divertimento e sacrificio, fallimenti e riscatti

29/05/2020 - 11:40