Ingegneria e sostenibilità: il nostro lavoro. La crescente domanda di qualità, protezione e gestione dell’ambiente e del territorio trova risposta grazie al coinvolgimento di professionisti e decisori che sappiano operare in ambiti diversi e articolati, capaci di scelte e azioni tecniche appropriate. Fra le figure tecniche, l’Ingegnere per l’ambiente e il territorio è quello che per vocazione e formazione meglio conosce i problemi legati alla sostenibilità, al consumo di risorse naturali, alla relazione fra l’uomo e le sue azioni e l’ambiente.
Perché servono gli ingegneri per l’ambiente e il territorio? L’ingegnere per l’ambiente e il territorio ha come focus la convivenza fra le attività umane e l’ambiente, nell’ottica di garantire una relazione sostenibile fra questi due elementi. Alla base della formazione e dell’azione dell’ingegnere per l’ambiente e il territorio c’è la conoscenza dei processi che governano i fenomeni naturali e le attività umane e del modo in cui questi due ambiti entrano in contatto: quali parametri e quali grandezze sono di rilievo nell’evoluzione di un fenomeno? in che misura l’azione dell’uomo può influenzare i processi o può mettersi al riparo dagli eventi da essi generati?
Cosa fanno gli ingegneri per l’ambiente e il territorio? L’Ingegneria per l’ambiente e il territorio fa parte del mondo dell’ingegneria civile. Infatti, prima di tutto l’ingegnere per l’ambiente e il territorio è un tecnico che progetta opere, spesso interfacciandosi con altre figure tecniche. L’attività dell’ingegnere per l’ambiente e il territorio si esplicita sia nella mitigazione degli impatti delle attività umane nei confronti dell’ambiente (inquinamento, uso di risorse naturali, recupero di materiali, produzione di energia, mantenimento di ambiti di naturalità, …) sia nella protezione dell’uomo e delle sue attività da fenomeni naturali che possono mettere a repentaglio la vita umana o la gestione delle comunità umane (alluvioni, frane, modifiche del clima, …). Quindi, le attività riguardano la progettazione e la gestione di opere, sistemi, processi e servizi, alla ricerca di soluzioni sostenibili sia di tipo tradizionale sia dotate di un forte grado di innovazione. Per poter raggiungere questi obiettivi, l’ingegnere per l’ambiente e il territorio è in grado di comprendere il significato dei dati ambientali e di utilizzare modelli complessi in modo consapevole.
Le sfide che l’ingegnere per l’ambiente e il territorio affronta sono molteplici, e su questi ambiti è incentrata prevalentemente la sua formazione:
- la difesa dell’ambiente naturale e costruito attraverso opere che siano sostenibili dal punto di vista ambientale;
- la gestione dei rischi di origine naturale e antropica;
- la progettazione di opere per l’utilizzo delle risorse naturali che limitino gli effetti negativi degli interventi sul territorio;
- la gestione consapevole delle risorse ambientali ed energetiche;
- il ripristino e la tutela della qualità ambientale;
- la progettazione di impianti di trattamento dei rifiuti solidi, liquidi e gassosi;
- la gestione del ciclo dei rifiuti in un’ottica di economia circolare;
- la pianificazione del territorio e dell'ambiente costruito;
- la valutazione dell'impatto sull'ambiente di piani e opere dell'ingegneria;
- il monitoraggio e il controllo dell'ambiente e del territorio;
- lo studio dell’evoluzione dei fenomeni naturali, con particolare attenzione agli eventi estremi;
- la modellazione matematica dei processi ambientali;
- la rappresentazione del territorio;
- l’elaborazione dei dati provenienti da monitoraggi ambientali.
Cosa deve studiare un futuro ingegnere per l’ambiente e il territorio? Il percorso formativo si articola attraverso le tematiche classiche della formazione dell’ingegnere civile, con un forte impegno nell’ambito della matematica, della fisica e della meccanica dei fluidi, dei solidi e delle terre. A queste materie di base si affianca lo studio l’ambito della chimica e della biologia, al fine di comprendere i processi biochimici o chimico-fisici che intervengono nell’ambiente (depurazione delle acque, inquinamento atmosferico, …). Le applicazioni della meccanica dei fluidi al contesto ambientale sono particolarmente importanti e riguardano i corpi idrici sotterranei e quelli superficiali e l’atmosfera.
Le competenze ottenute durante il percorso di laurea e laurea magistrale spaziano dalla gestione dei rifiuti al settore idraulico, dalla produzione di energia da fonti rinnovabili alle professioni legate alla tutela del territorio e al disinquinamento di acque e suoli o alla prevenzione dell’inquinamento di terreni, corpi idrici e atmosfera.
L’approccio della formazione infatti ha una forte connotazione interdisciplinare, necessaria allo studio e alla comprensione dei complessi fenomeni naturali e alla risoluzione di problemi che superano gli ambiti delle singole discipline e che devono sempre interfacciarsi con la conoscenza della normativa a vari livelli. Questa connotazione concorre a sviluppare una spiccata versatilità professionale, la capacità di sfruttare le conoscenze e competenze acquisite per affrontare sfide non sempre codificate, nonché a mantenere vivo il desiderio di apprendere e aggiornarsi. Nell’affrontare fenomeni e processi complessi e nella progettazione delle soluzioni (normalmente non esiste un’unica soluzione ottimale), l’ingegnere per l’ambiente e il territorio è in grado di distinguere i parametri davvero importanti, come si misurano e come si rappresentano, arrivando a formulare un modello della realtà che sia compatibile con gli obiettivi previsti.
Un ingegnere “multidisciplinare”: cosa fa un ingegnere per l’ambiente e il territorio? Gli ambiti professionali nei quali l’ingegnere per l’ambiente e il territorio trova impiego sono i più diversi, vista la sua formazione e le sue competenze traversali: i dati sull’occupazione che annualmente vengono rilevati e comunicati da Almalaurea testimoniano la grande trasversalità di questa figura. Gli ingegneri ambientali, a 5 anni dalla laurea, sono equamente divisi fra il settore industriale e il settore dei servizi e i tassi di occupazione sono molto alti: nel 2019 più dell’80% dei laureati a 1 anno dalla laurea magistrale hanno dichiarato di essere occupati. I laureati sono occupati in maniera significativa nel ramo dell’industria chimica e dell’energia e sono numerosi coloro che si occupano di consulenze; una percentuale significativa e in tendente aumento trova impiego anche negli ambiti più tipicamente industriali come figura che si occupa di gestione di impianti e procedure relative alle emissioni e alla produzione di rifiuti. All’interno delle aziende produttive, l’ingegnere per l’ambiente e il territorio si occupa degli impianti e delle procedure che mitigano gli impatti della produzione industriale. Nel settore dei servizi, coadiuva sia il pubblico sia il privato per la soluzione dei numerosi problemi di compatibilità fra l’attività umana e l’ambiente.
L’ingegnere per l’ambiente e il territorio è impiegato prevalentemente nel settore privato, in studi e società di ingegneria, imprese di progettazione e gestione di interventi di difesa e di risanamento. Nel settore pubblico questa figura viene ricercata da agenzie per la protezione dell'ambiente, servizi per la prevenzione dei rischi ambientali, servizi tecnici e tecnologici di enti che si occupano di progettazione e realizzazione di opere ingegneristiche e di sistemi di controllo e monitoraggio dell’ambiente e del territorio, di mitigazione del rischio idrogeologico, della gestione della risorsa idrica. Inoltre trova occupazione negli ambiti di azione della Protezione Civile e degli Enti Locali in materia ambientale, come ad esempio la gestione dei rifiuti solidi e liquidi e la pianificazione territoriale. Ulteriori settori di impiego sono quelli votati allo studio e alle applicazioni nell’ambito dell’atmosfera e del clima, delle fonti naturali di energia, della gestione delle reti di distribuzione, degli impianti di trattamento di rifiuti, oltre che della valutazione dell’impatto e della compatibilità ambientale di piani e opere.